venerdì, dicembre 29, 2006

Buon Anno!


TANTISSIMI AUGURI DI UN 2007 PIENO DI COSE BELLISSIME!

Come bambini

In questo periodo, come tutti gli anni, siamo inondati di ceste piene di cibi prelibati che farebbero la gioia di ogni gourmet! Arrivano ceste piene di zamponi, cotechini, panettoni, pandori, torroni, biscotti, salsine di ogni genere, tartufate, con i porcini, con i peperoni, marmellate preziosissime, paste speciali al nero di seppia, al tartufo, di farro, di grano saraceno, trafilate al bronzo e non, a forma di alberi di natale o con altre fogge fantasiose, bottiglie di olio d'oliva calabresi, umbri, liguri, bottigliette di aceto balsamico di ogni foggia e dimensioni. Le scatole di cioccolatini non si contano più, come anche tutta la serie di altri dolci natalizi tipo panforte, panpepato, ricciarelli, gubane. Per non parlare della quantità industriale di bottiglie di vino di ogni genere, che dovremmo essere tutti e cinque dediti all'alcoolismo per cominciare a dare fondo seriamente alla scorta! Sono arrivati tortellini che ci basteranno fino a Pasqua, quarti di Parmigiano che messi tutte insieme secondo me sono una forma intera, salami di ogni foggia e produzione. Insomma, sembra di essere nel paese di bengodi!
Ma il regalo che in famiglia ha scatenato più di tutti il nostro entusiasmo è stato un semplicissimo sacchetto di carta, molto carino a dire il vero, pieno zeppo di....caramelle! Ebbene sì, pieno di un assortimento inverosimile di caramelle! Chi l'ha regalato lavora in una famosa ditta di dolciumi, e ci ha fatto omaggio di una serie incredibile di scatoline, scatolette, pacchettini di caramelle, tavolette di cioccolato ai gusti più svariati, scatoline di quei cioccolatini sottili che di solito nei bar ti vengono offerti insieme al caffè, con un assortimento pazzesco: cioccolato fondente e tè, cioccolato bianco e chiodi di garofano, cioccolato e peperoncino, cioccolato fondente all'arancia, cioccolato bianco e cannella, cioccolato fondente al 70%, cioccolato bianco alla rosa canina , ai fiocchi di fragola e allo zenzero.
Le scatoline di liquerizie sono deliziose, alcune completamente nere, con un disegno geometrico differenziato a seconda che si tratti di liquirizia pura o aromatizzata alla violetta, all'anice o alla menta, altre scatoline invece hanno disegnato un grande cuore trafitto o infiocchettato a seconda che sopra ci sia scritto gelosia, desiderio o passione.
Gli stick di caramelle sono ai gusti più vari: al miele oppure al miele aromatizzato all'arancio, alla menta....
E noi ci siamo ritrovati con il tavolo di cucina ricoperto di tutte queste scatole e scatoline gridando questo lo voglio io! mentre velocemente acchiappavamo una scatolina o un pacchetto, cercando di fare scambi, inventando le scuse più assurde!
Adesso sappiamo come si devono essere sentiti Hansel e Gretel davanti alla casina di marzapane!

mercoledì, dicembre 27, 2006

Fincipit

Da "La ragazza del secolo scorso" di Rossana Rossanda, ed. Einaudi
Non ho trovato il comunismo in casa, questo è certo.
Siamo tutti così maledettamente disordinati!

Ho trovato questo giochino simpatico sul blog di E io che mi pensavo, e ho voluto provare! Molto divertente!
E adesso c'è il gioco del libro vicino: si prende il libro più vicino, si sfoglia fino a pagina 123, si contano le prime 5 frasi della pagina, si trascrivono sul blog le 3 frasi seguenti, si suggerisce il gioco ad altri 3.

Si presentava vestito da esploratore inglese, sulla testa un casco fabbricato da Abel Grim con una carcassa di armadillo e accanto un gatto che costringeva a leggere romanzi di Georges Simenon, senza considerare il deterioramento ottico che questo significava per il felino e trascurando il fatto che i primitivi gauchos andavano al circo soltanto per vedere se finalmente prima o poi uno dei trapezisti si spiaccicava giù. Da quella marea di incomprensioni passò al mare di Weddel e nel giro di un paio di anni fu nominato capitano della nave che ci collega al vasto mondo.
Ma ora basta con i ricordi storici, benemerito custode delle lettere orientali.

da Luis Sepulveda, Mario Delgado Aparaìn, I peggiori racconti dei fratelli Grim, ed Guanda, trad. di Barbara Bertoni e Ilide Carmignani

In realtà ho barato un po': a pag. 123, dopo 5 frasi ne restavano solo due, la terza era a pag. 124

Adesso tocca ai primi tre che leggeranno questo blog!

P.S.: io andrò a cercarmi Tagliando i capelli, di Ring Lardner, che quelle 3 frasi hanno stuzzicato la mia curiosità!

martedì, dicembre 26, 2006

Il Grande Burp!

Ieri è proprio stata la giornata del grande burp! Mia sorella è grandiosa nell'organizzare pranzi e cene, e ieri non si è smentita! Nemmeno davanti alla difficoltà del doppio menù, vegetariano e tradizionale, visto che nostro fratello è vegetariano.
Arrivati verso ora di pranzo, siamo stati accolti da un saporitissimo antipasto di crostini con melanzane e carote, hummus, insalata russa e caprino al tartufo. Così, mentre finivamo di preparare la tavola e ci scambiavamo baci e abbracci e saluti, abbiamo cominciato a sgranocchiare. Poi è venuto il momento di sederci a tavola e abbiamo cominciato con i tradizionalissimi tortellini, fatti dalla suocera di mia sorella, piccolissimi e saporiti, cotti in brodo di pollo e vitello (assolutamente ruspanti), e meravigliosi rotolini di pasta all'uovo con ricotta, spinaci e parmigiano, cotti al forno. Per fortuna dovevo alzarmi spesso per aiutare un po' mia sorella, così non ho mangiato più di tanto, ma la giornata era ancora lunga! Sono arrivati i secondi. Lingua lessata con bagnetto di salsa verde, arrosto di tacchino ripieno, zucchine gratinate, carote al tegame, sott'aceti, formaggi assortiti, fra cui un gorgonzola che faceva veramente commuovere, serviti con miele di tiglio e marmellata di mirtilli, torta di carciofi.
Infine sono arrivati i dolci, e qui sono comparsi i tradizionali panettone e pandoro, serviti normalmente senza fronzoli, perchè così piacciono in famiglia e perchè poi erano seguiti dal tradizionale, bolognesissimo Certosino, pieno di mandorle, noci e canditi e miele, e poi da un dolce che noi abbiamo soprannominato Il Tremendone e che una paziente di mio marito, da 20 anni a questa parte, ci regala sia per Natale che per Pasqua. Il Tremendone è un meraviglioso rotolo di pandispagna, farcito di crema pasticcera e panna montata e ricoperto di crema al cioccolato. E' detto tremendone perchè enorme e tutti gli anni diventa faticosissimo finirlo! Per fortuna quest'anno i ragazzi si sono dati da fare e quindi ne è avanzato pochissimo, dopo averne lasciato metà a mia sorella. Poi naturalmente c'erano cioccolatini, torroncini e tanta, tantissima frutta secca. Ovviamente non sono mancati il caffè, l'ammazzacaffè, il tè.
Il pomeriggio è trascorso tra chiacchiere, videoclips dei Queen, giochi e balli con la nipotina piccola, coccole alla nipotona grande (ha la stessa età di mia figlia: 17 anni!), scatti di foto e scambi di regalini.
Inutile dire che a cena ho avuto solo una tazza di tè al gelsomino! Era l'unica cosa che potevo ingurgitare!

venerdì, dicembre 22, 2006

Tanti cari auguri di Buon Natale a tutti, che la luce di Gesù che viene sia sempre nei vostri cuori e vi illumini della Grazia divina!
Anna Paola

lunedì, dicembre 18, 2006

Ciambellone

Periodo natalizio, periodo di regali, soprattutto mangerecci. Un'amica ci ha regalato una quantità industriale di ricotta di mucca, molto buona, presa in un caseificio dei nostri colli. Ne abbiamo mangiato da toglierci la voglia, ma ne restava ancora tanta e non avevo voglia nè tantomeno tempo di fare i tortelloni, così ho fatto il ciambellone! Quello che piace moltissimo a tutti per fare colazione: 3oo g. di ricotta, 3oo g. di zucchero, 300 g. di farina, 3 uova, 1 bustina di lievito per dolci e 1 bustina di vaniglina oppure la buccia grattugiata di un limone.
Mescolo la ricotta con lo zucchero e la vaniglina, poi aggiungo le uova una alla volta, la farina con il lievito, metto tutto in una teglia imburrata e infarinata e metto in forno a 180° per 45 minuti.
Il profumo che si sprigiona mentre cuoce è meraviglioso!

venerdì, dicembre 15, 2006

L'invasione degli ultracorpi!

Alla fine sono approdati anche qui, nel nostro piccolo ma delizioso condominio!
Gli ultracorpi! Ma non sotto forma di baccelloni giganti, bensì sotto le spoglie di Babbo Natale arrampicatore!
Qualche giorno fa la mia figliolina è entrata in casa sgomenta e affranta, commentando: non ci si salva più! Poi è rientrato il figlio numero 1, che molto laconicamente mi ha chiesto se avrebbe potuto passare dei guai a usare una carabina ad aria compressa per esercitare la mira. Infine è rientrato il figlio numero 2, ululando spaventosamente e che con aria cupa ha commentato: avremmo dovuto aspettarcelo, viste le decorazioni che mettono sulla porta tutti gli anni!
Ometto, per educazione, ciò che ha commentato il marito.
In effetti i nostri vicini di casa sono due giggiuloni grandi e grossi, decisamente abbastanza infantili, dotati di simpatica figlia di 2 anni, che in qualche modo ho adottato come nipotina, con gusti piuttosto "folcloristici". Da quando sono venuti qui ad abitare, durante il periodo natalizio ci hanno deliziati con la decorazione enorme della loro porta di casa: corona di abete, rigorosamente di carta, che orna tutta la porta, dal pavimento fino in cima, decorata con fiocchi di tulle colorato (quest'anno color rosso aragosta) e rondelle di arancia, che nel giro di pochi giorni si rinsecchiscono tristemente, e con in cima una specie di Babbo Natale vestito di bianco, grande all'incirca come un BigJim, piuttosto inquietante che in effetti sembra più Nostradamus.
Non essendo abituati a cotanto spirito natalizio, noi che mettiamo solo una sobria corona di stoffa intrecciata, proveniente dal SudTirolo, adornata solo di un fiocco a chiusura della treccia, restammo allora piuttosto allibiti, poi ci facemmo l'abitudine.
Ora, appeso al terrazzo di fianco al nostro c'è anche quel piccolo nanerottolo travestito da Babbo Natale, che mi fa ululare ogni volta che lo vedo.
Credo che a questo non mi ci abituerò mai!

mercoledì, dicembre 13, 2006

Latinoamericana

Da sempre appassionata di cucia, e curiosa del cibo degli altri, questa volta ho voluto provare a fare il Dulce de leche, ovvero quella che chiameremmo marmellata di latte. E naturalmente, per poter degnamente consumare questa delizia, ho fatto gli Afajores, biscottini di origine venezuelana, per l'esattezza provenienti da S. Fè.
Per il dulce de leche: 1 litro di latte;
300 g. di zucchero;
1 stecca di vaniglia;
1/4 scarso di cucchiaino di bicarbonato.
Mettere a bollire a fuoco medio il latte insieme alla stecca di vaniglia, allo zucchero e al bicarbonato, quando comincia a bollire, abbassare la fiamma, mescolando di tanto in tanto fino a che non prende una colorazione marroncina e una consistenza cremosa tipo marmellata. Fare molta attenzione, perchè quando comincia a rapprendersi, tende ad attaccarsi al fondo. Quando è pronta, spegnere il fuoco e mettere in un vasetto di vetro da conservare in frigo. Lo si può usare spalmato sul pane, oppure sugli alfajores:
per 20 pezzi: 150 g. di farina;
1/2 cucchiaino di sale;
3 tuorli;
1 cucchiaino di burro fuso;
150 g. di zucchero a velo;
100 ml. di panna.
Scaldare il forno a 180°. In una ciotola grande impastare con la punta delle dita la farina, i tuorli d'uovo, il burro fuso e il sale. Nel caso fosse necessario, aggiungere qualche cucchiaio di acqua. Proseguire a impastare sulla spianatoia infarinata fino ad ottenere un impasto morbido ed elastico. Lasciare riposare per una decina di minuti, poi spianare con il mattarello fino a uno spessore di circa 2 mm. Con una formina tonda del diametro di circa 5 cm. ottenere tanti dischi (in numero pari) e metterli sulla placca da forno ricoperta di carta oleata o imburrata e infarinata, a una distanza di circa 2 cm l'uno dall'altro, e mettere in forno per circa 10 minuti. Una volta cotti, metterli su una gratella a raffreddare. Nel frattempo versare in una terrina lo zucchero a velo e diluirlo con la panna mescolado bene, fino a che non copre bene il retro del cucchiaio. Se non fosse abbastanza consistente, aggiungere altro zucchero a velo.
Inzuppare velocemente metà degli alfajores nella glassa e metterli ad asciugare su carta oleata per circa 15 minuti. Sull'altra metà degli alfajores spalmare il dulche de leche (uno spessore di circa 1 cm.) e poi appoggiare sopra gli alfajores glassati. Si servono con la parte glassata rivolta verso l'alto.
Si conservano bene avvolti in alluminio e carta oleata.





sabato, dicembre 09, 2006

Luisona day

Non siamo riusciti ad organizzare la tanto agognata giornata, ma voglio parlare qui di un bar che in un qualche modo ha accompagnato un periodo della mia vita.
Erano i primi anni '70 e io ero matricola all'Università. Improvvisamente godevo della immensa libertà di poter stare fuori tutta la giornata senza dovermi giustificare con un papà molto severo: le lezioni erano a orari improbabili e quindi ero assente giustificata all'ora di pranzo! E tra i tanti bar della zona universitaria, con una mia compagna di corso, ci avventurammo proprio lì, dentro quell'università dentro l'università che è la Johns Hopkins University. Mi ci ero avventurata da sola in avanscoperta con la scusa di trovare qualcuno che a prezzi modici potesse fare conversazione in inglese con me, per non perdere ciò che avevo acquisito nel mese di permanenza in Canada. E ovviamente c'erano pure altri scopi reconditi facilmente intuibili....Il bar era la classica cafetteria dei campus americani: luminosa, pulitissima, spartana nell'arredamento e con un bel giardinetto molto frequentato nelle giornate di sole, anche in pieno inverno! Nel bar ci si poteva stare per mangiare, ma anche per studiare o leggere, ci si facevano amicizie, si consumavano storie di amore e amicizia, si gioiva per esami dati o ci si disperava per esami finiti male o rifiutati, tutto sotto lo sguardo attento del mitico barista Ivo. Ivo era un filosofo e avrebbe, secondo me, potuto fare benissimo lo psicologo! Non c'era studente che non finisse al bancone a raccontargli le sue pene d'amore, a cercare conforto, a chiedere un consiglio. E lui, sornione, ascoltava e poi ti donava la sua perla di saggezza: quello è meglio se lo lasci perdere, quella è una un po' troppo frivola...e così ci aiutava a navigare in quel mare sconosciuto che era per noi pischelle il mondo universitario nel quale eravamo appena entrate.
Ivo era talmente mitico che persino Francesco Guccini, che frequentava la Johns Hopkins in qualità di insegnante di italiano, ha voluto interpretarlo nel film Radio Freccia.
Quante storie in quel bar, quanti incontri! Richard, italo-americano newyorkese dai capelli rossi, Manuel, argentino, che mi fece tradurre dall'inglese un lunghissimo articolo di diritto internazionale sulle acque territoriali, Mary, bellissima e sportiva nonostante le mancasse un braccio (ma se non me lo avesse detto non me ne sarei mai accorta!) e sempre circondata da ragazzi adoranti, Murphy, haitiano, tenerissimo, che quando ci venne presentato ci disse di stare attente perchè era cannibale e mangiava le ragazze bianche! Gli dicemmo che ci avrebbe spaventate di più se avesse fatto riti voodoo! John, scozzese, insegnante di diritto, che aveva molti problemi con l'acqua e sapone!
A poco a poco sono ripartiti tutti, di qualcuno mi resta qualche fotografia e il ricordo di quelle amicizie nuove e diverse, la scoperta di altre culture, tutte affascinanti, e mi resta anche il senso dello sforzo che tutti abbiamo messo nell'uscire dai pregiudizi sulle rispettive nazionalità. Fu davvero una bella ventata di novità!

giovedì, dicembre 07, 2006

Un regalo

Il mio papà mi ha fatto il regalo di Natale in anticipo! Mi ha regalato il filmino della mia comunione e cresima, riversato su DVD. Così appena arrivata a casa me lo sono guardato, insieme al figlio grande, l'unico a casa in quel momento. E guardando quel filmino ho capito tutto l'amore dei miei genitori per me!
Mamma, bellissima come un attrice del cinema, che con cura mi sistema il vestito, fatto da lei, e mi mette il velo in testa, me lo sistema con uno spillone fra i capelli e poi guarda sorridente e soddisfatta tutto l'insieme. Me lo ricordo ancora quello spillone da cappello, rifinito con una bellissima perla bianca a goccia!
E babbo che con la sua cinepresa ha filmato tutto, mi ha ripresa con affetto, divertimento, proprio nelle mie espressioni più tipiche: mentre mi strofino la punta del naso per superare l'imbarazzo, mentre scherzo e gioco con le mie amiche, mentre mi faccio coccolare dalle zie e dalle cugine grandi.
E quello che si percepisce vedendo i loro volti è la gioia di festeggiarmi, soprattutto la gioia di avermi per figlia. E io non lo avevo mai capito! Non completamente, non allora!
Grazie papà!

mercoledì, dicembre 06, 2006

Mi piacciono le case!


Sono tornata a Milano, in pieno sciopero dei mezzi pubblici. Per fortuna l'albergo era abbastanza vicino alla stazione. Nessuno mi stava aspettando e me la sono presa comoda, passeggiando e guardandomi intorno con calma. Ho scoperto un quartiere molto carino, pieno di bei palazzi, di quelli che le agenzie immobiliari definiscono signorili, di inizio novecento, con balconcini un po' ridondanti e i fregi dipinti sulla facciata subito sotto il tetto e attorno alle finestre e bei portoni di legno grandi, ad arco, che si aprono su cortili interni dove a volte si intravedono grandi piante ornamentali. E alle finestre si vedono belle tende di pizzo oppure arricciate, e si intravedono o si intuiscono lampadari di cristallo. Belle e solide case borghesi frammiste a esperimenti moderni, case cubiche, di colori a volte anche accesi, tipo un bel turchese, con finestre quasi invisibili poste su piani diversi, quasi che fossero state piazzate qua e là a casaccio e non tutte belle allineate, con gli scuri che sembrano le serrande dei garage, case moderne che ad un primo sguardo distratto potrebbero sembrare brutte, ma che continuano a richiamare l'attenzione a un particolare, poi a un altro, e piano piano ricostruisci con la memoria visiva linee e disegni che riprendono e richiamano il passato, lo reinterpretano e te lo restituiscono nuovo.
E poi le terrazze, gli attici pieni di piante ancora non secche e ancora non ricoperte dai teli di plastica, perchè l'inverno ancora non è arrivato, la temperatura è ancora quasi primaverile.
Mi sembrava di essere Nanni Moretti, con il naso all'insù a guardare quelle facciate!
E poi la sorpresa di piccole piazzette con la fontanella, le panchine e gli alberi, piccoli giardini pubblici che invitano a fermarsi e sedersi su quelle panchine per riposarsi un po', magari leggendo un buon libro. E la magia dei tram, ancora di vecchio tipo, così particolari per me, non abituata. E' stato un rituffarsi in un vecchio amore: l'architettura! Perchè Milano per un po' è stata una sorta di palestra per giovani architetti diventati poi famosi in tutto il mondo.

Neve

Berlino

Porretta Soul Festival 2007

Porretta Terme

Castel di Casio

I giardini del Casoncello

L'eremo