martedì, dicembre 23, 2008

Chissà perchè....


...nessuno mi prende sul serio!
Buon Natale!!!

sabato, dicembre 20, 2008

L'angolo della ricetta!


CROSTATA DI POMODORI
Questa fantastica crostata salata me l'ha insegnata un caro amico, che me l'ha preparata per il mio compleanno. Io l'ho trovata veramente ottima e la ricetta originale è sul forum di ricette dei conigli a cui collaboro, scritta di suo pugno dall'autore. Però, siccome io sono la solita rompina, ho voluto fare alcune modifiche e così ecco qui la mia, di crostata.
Ingredienti: 300 g. di burro; 150 gr. di farina; un cucchiaio circa di parmigiano grattugiato; 2/3 uova intere; 800 gr. circa di pomodori freschi; 100 gr. di pomodorini; 2 scalogni; olio, sale, pepe, paprika,
prezzemolo, rosmarino, basilico, maggiorana.
Esecuzione: preparo la pasta per la crostata impastando insieme la farina con il burro ammorbidito e fatto a pezzetti, un po' di sale, il rosmarino tritato e un po' di maggiorana e il cucchiaio di parmigiano grattugiato, aggiungendo un cucchiaino o due di acqua se l'impasto risulta troppo "duro". Quando tutto è bene amalgamato, faccio una palla con la pasta, l'avvolgo nella pellicola e metto in frigo per un'oretta.
In una terrina metto i pomodori tagliati a dadolini piuttosto piccoli, tutte le erbette profumate, gli scalogni affettati finemente e le uova e mescolo tutto.
Sulla spianatoia stendo con il mattarello la pasta, aiutandomi con la carta da forno perchè la pasta risulta comunque piuttosto friabile e quindi quando sarà stesa sarà più agevole posizionarla in una teglia con bordi alti, lasciando ricadere all'infuori l'eccesso di pasta.
Verso il miscuglio di uova e pomodori, richiudo i bordi e se mi avanza ancora pasta posso decorare la superficie con il classico graticciato di pasta tipo crostata. Come si evince dalla foto, io ho preferito lasciare la pasta un po' più grossa e così non ho decorato! Taglio a metà i pomodorini ciliegini e decoro la superficie della crostata, poi metto in forno già caldo a 180°-200° per circa un'oretta, o comunque fino a che il classico stuzzicadenti non esce asciutto.
Cospargo la superficie con pepe e paprika e servo calda! Però è ottima, anzi forse migliore, fredda, o riscaldata, il giorno dopo.

martedì, dicembre 16, 2008

Come se fosse l'ultimo giorno


Da molto tempo stavo meditando su una frase trovata sulla bacheca di mia figlia, di fianco al suo letto: vivi ogni giorno come se fosse l'ultimo. Non so da quanto tempo lei l'abbia appeso lì, ma io l'ho scoperto pochissimo tempo dopo la sua prima chemioterapia, sistemando alcune sue cose in sua assenza. Lì per lì la cosa mi fece davvero piangere, e se ci ripenso a volte ancora adesso grossi lacrimoni scendono spontaneamente dagli occhi, perchè su di lei resta appesa la spada di Damocle della malattia. Ma questa frase ha continuato a ronzarmi in testa, facendomi riflettere. E neanche a farlo apposta, prima Bob Leckridge, un collega omeopata inglese, e poi chef Maurice nei loro blog hanno affrontato entrambi lo stesso argomento: il tempo che ci resta. Maurice ne ha fatto un semplice calcolo statistico, Bob invece ne ha fatto una questione di qualità di vita, e questo mi ha davvero aperto gli occhi, e anche il cuore.

Bob Leckridge riporta la tesi del filosofo francese Pierre Hadot esposta nel suo "N'oublie pas de vivre" per cui ogni giorno in effetti è il primo e l'ultimo. Non c'è giorno che sia uguale all'altro. Di solito tutti siamo portati a vivere le giornate in modo inconsapevole, riempiendole di sogni di domani migliori o di rimuginii su ieri brutti e faticosi o pieni di rimpianti, e non ci soffermiamo mai sull'oggi, ora e qui. Ogni giorno invece è nuovo, e diverso dai precedenti e successivi, per tutto ciò che ci capita, per tutti quelli che incontriamo o non incontriamo più, anche per ciò che scegliamo di mangiare o bere. Vale la pena allora di rispolverare il vecchio esame di coscienza e chiederci ogni sera se davvero oggi ho vissuto, se ho avuto, e dato, tutto il piacere che speravo di avere! Perchè questa giornata sarà irripetibile, e quindi unica e ultima, e domani sarà diverso, anche solo per una piccolissima sfumatura.

Allora, se vivo ogni giorno come se fosse l'ultimo, come un bambino che gusta ogni sapore, ogni odore che incontra per la prima volta, con meraviglia, le mie priorità e le mie scelte saranno sempre consapevoli e volte al meglio per me e per chi mi circonda e la mia vita sarà sicuramente più felice e più serena, fino alla fine dei miei giorni.

lunedì, dicembre 15, 2008

Il vagone scomparso



Ore 18,30, stazione centrale di Milano. Finalmente ecco comparire sul tabellone il binario del treno che mi riporterà a casa.

Il treno è già sul binario, non c'è molta gente ancora perchè c'è una mezz'ora buona prima che parta.

Guardo il mio biglietto: carrozza 6. Con calma mi avvio, contando le carrozze: ecco la 1...la 2...qui manca il cartello ma sicuramente è la 3...finalmente la 5...e poi la 7! Ohibò, e la 6 dov'è finita?

Salgo sulla carrozza 7 e chiedo all'unico passeggero presente che mi conferma che quella è la carrozza7. Scendo dal treno e proseguo per vedere se la 6 non l'abbiano messa in posizione sbagliata, ma no, ecco le carrozze 8, 9 e 10 in fila. Cerco disperatamente il conduttore o qualcuno del personale Eurostar, ma sul marciapiede solo passeggeri frettolosi.

Allora decido di salire sul treno e sedermi dove capita. Salgono due signore e mi chiedono della carrozza 6, io rido e spiego che anche io ho lo stesso problema. Un ragazzo arriva e dice di non preoccuparci, la carrozza non c'è ma ci sono molti posti liberi, non ci sono problemi. Invece il problema c'è: non sappiamo quali sono i posti prenotati e quali no, così per due volte dobbiamo alzarci e cambiare di posto, fino a quando, finalmente, il treno parte e possiamo essere sicuri che quelli saranno i nostri posti..forse, trattandosi di un Eurostar intercity, che quindi fa diverse fermate prima di arrivare a Bologna.

A Modena, finalmente arriva il conduttore a controllare i biglietti, ma naturalmente non ha lei la lista delle prenotazioni. Ci dice che la nostra carrozza non c'era perchè risultata non idonea a viaggiare. Alla nostra protesta per non avere trovato nessuno all'inizio del viaggio che ci indirizzasse a colpo sicuro nei posti liberi, ci siamo sentiti rispondere "vi prego, non fatemi parlare..."

Ma che avrà voluto dire?

sabato, dicembre 13, 2008

Maratone

Come tutti gli anni è partita la grande maratona di raccolta fondi per la ricerca su malattie genetiche.
Sono sempre piuttosto infastidita dal fatto che queste iniziative benefiche vengano concentrate tutte in questo periodo, come se solo ora si possa essere buoni e generosi nei confronti del prossimo, mentre nel resto dell'anno si sia tutti un concentrato di egoismo, indifferenza e avarizia.
L'iniziativa resta meritevole, venne ideata da Jerry Lewis, attore che io ho veramente amato e apprezzato da ragazzina, in un'America dove la salute è solo per pochi ricchi, mentre chi deve affrontare malattie croniche invalidanti spesso finisce per indebitarsi o non potersi curare. A iniziative come questa si devono, in campo medico, moltissime scoperte utili che hanno davvero migliorato la qualità di vita di molti.
Però non condivido questo farsi pubblicità con la scusa delle donazioni, ammesso che le donazioni vengano davvero fatte, soprattutto da parte di persone che predicano in un modo e razzolano in un altro.
Non riesco a capire perchè nessuno si scandalizzi del fatto che i nostri onorevoli si siano dichiarati disposti a offrire addirittura fino a 1000 € del loro stipendio (il commento dell'onorevole Fini è stato che sicuramente questa cifra non sarà un grosso problema per loro) quando contemporaneamente proprio questo governo sta facendo di tutto e di più per togliere fondi alla ricerca!
Il ministro Gelmini avrà donato anche lei una parte del suo stipendio?
Ma forse sono io troppo prevenuta....

sabato, dicembre 06, 2008

Nuovi amici rasta


Il mio continuo pellegrinare su e giù per le colline da due anni a questa parte mi ha fatto incontrare veramente di tutto. Coniglietti, cerbiatti, serpenti, cinghiali, esseri umani hanno incrociato la mia strada, a volte mi hanno accompagnata a tratti, sempre sono riusciti a stupirmi, a farmi trattenere un attimo il respiro per la meraviglia e lo stupore. Oggi, rientrando, proprio in cima alla collina, sullo stesso grande prato su cui un paio di mesi fa incrociai un giovane cervo solitario e smarrito che con un unico balzo straordinario riuscì ad attraversare la strada passando sopra il cofano di un'auto che procedeva in senso inverso sensa nemmeno sfiorarla, oggi dicevo, ho incontrato Layla e Obi, due bellissimi pastori bergamaschi, insieme alla loro gentilissima e simpatica proprietaria. Non ho potuto fare a meno di fermarmi e fotografarli e loro di buon grado si sono messi in posa, naturalmente dopo mezz'ora di giochi sfrenati, e francamente non so, tra loro e me, chi si divertisse di più!

domenica, novembre 30, 2008

Caravaggio

Io l'ho visto!

martedì, novembre 25, 2008

Le buone azioni


Autobus affollato del primo pomeriggio. Persone imbronciate, ognuna chiusa nei propri pensieri, nei propri fastidi di stare troppo a contatto con degli estranei. Davanti a me una splendida giovane donna bangladeshi, ha una borsetta tutta decorata di nastrini e perline sui toni del lilla, veramente bella. L'ammiro, è estrosa, e intanto penso a chi, per lavoro, cerca proprio, in giro per strada, idee che poi diventeranno moda. Quest'anno ho visto diverse pubblicità di borse di stilisti famosi decorate di pallettes o di pietre dure o fiocchetti, ma questa borsetta, per quanto non sia firmata, è davvero bella e fantasiosa e contrasta un po' con il cappotto scuro e anonimo della giovane donna, che però ha il capo coperto con uno scialle altrettanto bello. Cedo il posto a una piccola signora piena di sporte chiaramente pesanti, che al mio commento sul fatto che sia davvero carica (chiacchierare con gli sconosciuti in autobus è uno dei miei sport preferiti!), mentre si scusa per prendere il mio posto che invece cedo volentieri, mi racconta i perchè e i percome di tutti quei pacchi, sporte e sacchetti. Mentre mi passa davanti per sedersi anche lei nota la borsa e siccome è una persona chiaramente comunicativa, si complimenta con la ragazza e ammira la borsetta, magnifica il disegno delle perline e delle pietre dure e chiede da che paese proviene. Chiacchieriamo un po', poi la ragazza si gira e comincia a frugare nella borsa. Io mi distraggo, guardando fuori e ogni tanto rispondendo alla signora che continua a chiacchierare. La ragazza si rigira e allunga la borsetta alla signora, dicendo che gliela regala volentieri. Attimo di suspence e quasi imbarazzo di tutto l'autobus, e poi i grazie commossi della signora che si mette a piangere dall'emozione e il sorriso dolcissimo della ragazza. La signora chiede, e ottiene, il numero di telefono della ragazza. Noi siamo tutti contenti, anche noi commossi, tra sconosciuti ci sorridiamo ammirati per quel gesto così spontaneo e gratuito.
Lo spirito del Natale è arrivato da una ragazza musulmana!

domenica, novembre 23, 2008

Potrebbe piovere...

Un incidente.
Nessun ferito per fortuna.
Ma tanta paura, tanta rabbia e anche un po' di depressione.
Perchè è stato un solo attimo di disattenzione che ero presa dai miei pensieri.
Perchè lo so che quella strada è maledettamente stretta e piena di curve e dossi, ma è anche la più corta e mi ostino a farla tutti i giorni.
Perchè lo so che tanto ci pensa l'assicurazione, ma poi si rifarà su di me aumentandomi la prossima polizza, nonostante siano 30 anni che pago senza mai avere avuto niente.
Perchè fino a che non risistemo la macchina mi toccherà usare il treno per andare a lavorare e mi beccherò un sacco di freddo e perderò moltissimo tempo.
E' vero che sarebbe potuto andare peggio.
Ma qui mi sembra che non potrebbe piovere, qui potrebbe nevicare!

giovedì, novembre 20, 2008

O' munaciello

Nella tradizione napoletana, quando in casa sparisce qualche cosa, si dice che se l'è presa o' munaciello, un piccolo monaco bambino, un po' scherzoso e anche un pochino dispettoso, che si diverte a far sparire le cose. In realtà probabilmente erano i pozzari che, con la scusa di pulire i pozzi che collegavano le case alle cisterne sotterranee dell'acqua, penetravano nelle case portandosi via oggetti di valore o le cose più strane. Spesso si trattava di bambini o uomini di piccola statura, incappucciati per proteggersi dal freddo delle cisterne, e perciò assimilati ai monaci.
Per una volta però o' munaciello si è divertito a farmi ritrovare una cosa perduta, anzi, un libro perduto!
Frugando nella libreria dei libri di viaggio e delle guide, proprio sotto la guida di Napoli, è ricomparso Mr. Pip, che credevo dimenticato sull'eurostar al ritorno da Napoli. Grazie a Sandra il libro l'ho già finito di leggere, ma ci tenevo, era un regalo e un altra copia non sarebbe stata la stessa cosa.
Grazie, munaciello!

lunedì, novembre 17, 2008

Cibboi?

Sabato sera a Milano, con un gruppo di amici e colleghi, al termine di una lunga giornata di studio, passeggiando per via Castaldi per raggiungere il bistrot dove di solito ci rifugiamo in queste occasioni, ecco che lo sguardo viene catturato da una vetrina più luminosa delle altre. Via Castaldi, con i suoi localini etnici, e con anche il fantastico Joia, oramai abbiamo imparato a conoscerla bene, in questi 3 anni di frequentazione regolare. In questi 3 anni qualche negozio ha chiuso, qualche altro ha cambiato gestione, qualche negozio vuoto è diventato un bar moderno oppure una galleria d'arte. Via Castaldi è un mondo multietnico affascinante dove convivono la pasticceria rigorosamente italiana, ristoranti africani e indiani, rosticcerie pakistane, bar trendy con happy hour frequentatissimi, botteghe artigianali di gioielli etnici costosissimi, negozi di complementi di arredamento estremamente fantasiosi, botteghe e drogherie indiane e pakistane, negozi cinesi di scarpe e borsette, parrucchiere e manicure africane. E' in questo meltin' pot di colori, profumi e musiche che siamo stati attirati dalla vetrina chiaramente nuova, rossa e nera, piena di luce, attraverso la quale si vedeva un bar dal bancone nero e gli sgabelli rossi, e davanti alla vetrina un menù. E mentre cominciavamo a leggere il menu un signore gentile che stava fumando lì vicino ci invita a entrare sorridente, il proprietario. Unica portatrice sana di occhiali da presbite, comincio a leggere il menù e, stupore e meraviglia, trovo piatti della tradizione salentina. Guardo i miei compagni di avventura e come un sol uomo decidiamo di entrare. Bene, si scende in quelle che erano le cantine sottostanti il negozio, il locale è piuttosto piccolo, al piano strada c'è il bar e in quello che era il negozio a fianco si intravede la cucina, sotto c'è una sala non grandissima, a elle, sotto le volte di mattoni, arredata in rosso e nero, molto minimale ma accogliente, luci soffuse e buona musica easy listening non invadente. Due giovani cameriere molto carine ci accolgono con un bel sorriso e ci fanno scegliere il tavolo, ancora non c'è moltissima gente. Ci portano i menù e ci offrono un aperitivo, che purtroppo io non bevo perchè astemia, insieme a delle fantastiche olive, verdi e nere. Il menù offre il meglio della cucina salentina, compresa la purea di fave con la cicoria. Mentre gli amici optano per la carne con le patate alla brace, io mi lancio sullo show case salentino, pensando ad una serie di assaggini di antipasti di terra, e aggiungo i pomodori arracanati alla brace. Arrivano le portate: ogni piatto è praticamente un intero pasto! La carne è accompagnata da patate al forno e rucola, e a parte vengono portate le patate rosse alla brace, il mio show case è un tripudio: quattro quadratini di pitta di patate con il pomodoro, una ciotolina con le piccole olive nere del salento, un'altra ciotola con le olive verdi farcite con la mandorla, pomodori secchi e lampascioni sott'olio, piccolissimi fagottini di pasta fritta ripieni di scamorza da immergere in una ciotolina con aceto balsamico e miele e a parte una scodella con il macco e le cicorie, poi il piatto con i pomodorini arracanati. La quantità di cibo era tale che tutti abbiamo potuto assaggiare e gustare le varie portate. Le cameriere e lo stesso chef più volte sono venuti ad accertarsi che tutto procedesse per il meglio e lo chef in persona è venuto ad illustrarci e consigliarci i dolci. Ne abbiamo scelti due, uno al cioccolato con salsa di maracujà e, secondo me molto più gradevole, il latte di mandorla in piedi con il miele di rosmarino.
Perfetti i tempi del servizio, nonostante il locale si sia riempito nel giro di poco tempo.
Costi entro lo standard di Milano, appena al di sotto dei 30€.
Ultima nota: i bagni molto semplici ma curatissimi e perfetti. 4 stelle!
Dimenticavo: cibboi? significa: che vuoi?

venerdì, novembre 14, 2008

Casalinghitudine


A casa per qualche giorno, per avere un po' di pausa.
Quando voglio sfuggire all'ansia, o devo meditare profondamente su qualcosa, non trovo niente di meglio che cucinare. Così in questi giorni non ho fatto altro che stare in cucina, con furia, passione, come fossi attraversata da un vortice di vento. Ho pulito verdure, grattugiato formaggi, sbattuto uova, affettato prosciutto, preparato sughi e torte salate, rispolverato vecchie ricette di famiglia, provato ricette nuove. Insomma, un turbine incontenibile e creativo per sedare l'ansia. A questo si aggiunga che si è rotta la lavapiatti, per cui ogni volta seguiva una pulizia a fondo di utensili e cucina, con furia, quasi con violenza, per calmare cuore e pensieri.
Cucinare per me è un atto creativo liberatorio, forse perchè soprattutto adesso cucino realmente molto poco, essendo via per la maggior parte della giornata, e la sera di solito preferisco cose poco elaborate, magari una zuppa di verdure o di legumi o le classiche due uova in insalata. Invece, in questi giorni, per la gioia di tutta la famiglia, ho cucinato, cucinato e ancora cucinato.
Credo di essere stata preda dello stesso impulso creativo che prende un artista, poeta, pittore, scultore, musicista, quando si lascia andare all'azione della musa ispiratrice.
Sarò stata presa dallo spirito di Pellegrino Artusi?

martedì, novembre 11, 2008

11 novembre


S. Martino
La nebbia agli irti colli
Piovigginando sale,
E sotto il maestrale
Urla e biancheggia il mar;

Ma per le vie del borgo
Dal ribollir de’ tini
Va l’aspro odor de i vini
L’anime a rallegrar.

Gira su’ ceppi accesi
Lo spiedo scoppiettando:
Sta il cacciator fischiando
Su l’uscio a rimirar

Tra le rossastre nubi
Stormi d’uccelli neri,
Com’ esuli pensieri,
Nel vespero migrar.

sabato, novembre 08, 2008

Orgoglio materno!


Al di là dell'evidente bellezza dei miei figli (ogni scarrafone...), la botta di orgoglio è stata un paio di giorni fa quando, rientrata dal lavoro, sono stata accolta da un meraviglioso profumo di ragù, proprio come quello che faceva la mia mamma.
Il figlio più grande (quello che sembra un talebano) e la figlia più piccola si sono dati una mano e hanno rispolverato la ricetta di famiglia del famoso ragù alla bolognese, producendo un qualcosa di sublime, decisamente molto migliore di quello che posso fare io.
Che dire? penso che cederò molto volentieri le armi!

giovedì, ottobre 30, 2008

30 ottobre 2008

Facciamo l’ipotesi che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale (...)non vuole fare la marcia su Roma e trasformare l’aula in un alloggiamento per manipoli; ma vuole istituire, senza parere,una larvata dittatura. Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di Stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di Stato hanno il difetto di essere imparziali.C’èuna certa resistenza; in quelle scuole c’è sempre, perfino sotto il fascismo c’è stata. Allora il partito dominante (...)comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, a impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private (...). Bisogna tenere d’occhio i cuochi di questa bassa cucina. L’operazione è rovinare le scuole. Lasciare che vadano in malora. Impoverire i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni. Attenuare la sorveglianza e il controllo sulle scuole private. Non controllarne la serietà. Lasciare che gli esami siano burlette. Dare alle scuole private denaro pubblico. Questo è il punto. Dare alle scuole private denaro pubblico.
Questo scriveva Pietro Calamandrei il 20 marzo 1950.
Profetico?

mercoledì, ottobre 29, 2008

25 e (forse) non li dimostrano!


Eterna Diva, che in aiuto accorri
del poeta e delle sue strofe rozze,
tramuta le parole mie in un canto
degno di celebrare queste nozze.
Lei, come nella Bella Addormentata, attendeva sul soglio di regina;
con un bacio lui intese ch'era Aurora,
anche se la chiamavan Rosaspina.
"Quest'uomo è portentoso e inebriante
-pensò lei-guai a chi non se lo piglia;
è così bello, non può restar solo:
dovrebbe fare Un medico in famiglia!"
"Ti porterò con me per monti e valli,
faremo il nido in ogni promontorio"
disse lui; poi salirono in carrozza,
e si fermarono in ambulatorio.
Paziente lui con tutti i suoi pazienti,
lei cuoca che fa invidia al Gran Gourmette
sia col camice, sia con il grembiule,
fanno entrambi magnifiche ricette.
Anna Paola è famosa per i piatti
che ti lasciano sazio e come inerme;
mette in tavola, a fianco del buon vino,
qualche bottiglia di acqua delle Terme.
Ma l'azdaura, che prima si compiacque,
d'avere ben riempito la tua pancia,
poi ti fulmina con un solo sguardo,
se sali incerto sulla bilancia.
Dicono sia la sola a districarsi
in certe incomparabili alchimie:
nello stesso momento riuscirebbe
a dar calore e a toglier calorie.
Finalmente è domenica per Marco,
e terminati i suoi lavori soliti,
cambia solo divisa, non colore,
e diventa il migliore degli accoliti.
E se lo cerchi al termine del culto,
non guardar nell'ambone o in mezzo al coro,
ma chiudi gli occhi e libera l'olfatto:
lo troverai di dietro a una Marlboro.
Al campanello della loro casa
hanno suonato veramente in tanti,
e c'è sempre qualcuno che dà il tiro
a quel cancello di via Mezzofanti.
Il vento dolce di quel 30 ottobre,
che soffiò su un amore senza fine,
oggi è tornato e, quasi più commosso,
soffia su 25 candeline.
E mentre tutti noi emozionati
contempliamo lo scambio degli anelli,
distrae lo sguardo un altro luccichio
che viene da tre splendidi gioielli.
Sono Filippo, Edoardo e Lucia
che, senza farlo troppo vedere,
portan scritto nel cuore e nel sorriso
"Figli di medici senza frontiere"

venerdì, ottobre 24, 2008

Eppure....


Eppure giuro di essere stata attenta! Io ieri il giornale l'ho letto con attenzione! In quel momento ero sola e non stavo ascoltando la radio o guardando la televisione! Ero proprio concentrata su ciò che stavo leggendo! E poi, alla sera, prima alla radio e poi per televisione, l'ho sentito più volte, e chiaramente! e anche lì non ero occupata in altre faccende, no, stavo proprio ascoltando attentamente! E ho sentito chiaramente ciò che ha detto!
Eppure questa mattina dice che non è vero, che non gli era neanche passato per la testa! Mah, forse è per quello. Non gli sarà passato per la testa, ma per la bocca sì!

mercoledì, ottobre 22, 2008

W la squola!


Se fosse andata a scuola oggi, come avrebbe fatto la mia amica Carmen a imparare bene l'italiano nel giro di un mesetto?
Mi ricordo, il primo giorno di scuola, quando ci misero nello stesso banco. Parlava un italiano stentato, con un delizioso accento francese, veniva dall'Algeria, figlia di un italiano e di una algerina, costretti a trasferirsi in Italia perchè non più graditi dal governo algerino, un po' come successe con gli italiani in Libia un po' di anni dopo. Per me era come se provenisse dal paese delle fate e da subito cominciammo a parlare, io a chiederle e lei a raccontare. Per me era così esotica, affascinante proprio per la sua provenienza da un paese così lontano e sconosciuto. Nel giro di pochissimo tempo il suo italiano migliorò tantissimo e verso la fine dell'anno era lei che spesso aiutava me a scrivere i primi pensierini. Della serie: faccio parlare anche i sassi, ma in quanto a scrivere... E devo a Carmen il mio amore per le lingue, anche se poi il francese non l'ho imparato tanto, è una lingua che va studiata molto e da ragazzina non ero proprio pervasa dal sacro fuoco dello studio! Ma credo che se mi fossi trovata nella condizione di doverlo parlare, allora il francese l'avrei imparato bene, come poi mi è successo con l'inglese.
Temo che dopo le classi differenziali per gli stranieri, avremo quelle per i ragazzi con handicap, torneremo ai ghetti che c'erano quando io ero ragazzina, con la scusa che così i normodotati (sic!) potranno procedere nei loro percorsi formativi molto più velocemente. E naturalmente poi torneremo alle classi solo maschili e solo femminili! Senza tenere conto che tutti, nel corso del loro sviluppo, prima o poi devono rallentare, fermarsi per far decantare le cose, per permettere che si sedimentino per bene per divenire parte integrante della persona. E senza tenere conto che è solo attraverso il raffronto che si può imparare e crescere. Ogni persona è un mondo affascinante da scoprire; le differenze, di sesso, di colore della pelle, di religione, di lingua, di provenienza, di cultura, sono preziosi momenti di raffronto e di crescita culturale e personale che nella scuola secondo me andrebbero solo promosse!
Grembiulini e fiocchi sono solo falsi problemi (comunque io li detesto!)

domenica, ottobre 19, 2008

Pausa


Lungo periodo di assenza, e me ne scuso, ma non sempre si riesce a trovare il tempo di scrivere, e anche di leggere. La vita reale a volte diventa caotica, prende il sopravvento e ti toglie anche quei piccoli momenti di pausa che ti permettono di pensare e scrivere. Niente di particolare, ma la riapertura dell'ambulatorio e il riprendere il pendolarismo ha scombinato un po' i miei bioritmi.
E pensare che spunti per scrivere, in queste settimane, ce ne sono stati tanti, dalla Gelmini e le sue meravigliose pensate sulla scuola ( e anche la sua incapacità a usare il congiuntivo, questo sconosciuto, nelle interviste) al tramonto di una fantastica luna piena che mi ha illuminato una buona parte di strada mentre andavo a Porretta, subito sostituito da un'alba straordinariamente limpida e rosa come non mai, passando per Saviano e le sue esternazioni. Mancava la fantasia e anche il tempo: è difficile mettersi a scrivere di alcunchè quando si crolla dal sonno!
Oggi, finalmente, dopo tante settimane, una domenica pomeriggio di riposo, a casa, senza niente di pressante da fare e mi sento proprio come questa leonessa sull'albero, completamente rilassata.

sabato, settembre 27, 2008

Mr. Pip



Questo è un appello disperato. Ho dimenticato questo libro sull'Eurostar Napoli-Milano delle 17,48 il 21 settembre, al ritorno dal raduNapoli.
Al suo interno c'è una cartolina, indirizzata a mia figlia, con il nostro indirizzo, per cui è possibile rintracciarmi e spedirlo.
Se chi lo trova ha voglia di leggerselo, prima di rimandarmelo, è vivamente consigliato di farlo: è un bellissimo libro sulla lettura, sulla capacità di insegnare ai ragazzi a leggere, è un avvincente libro sui "buoni maestri", quelli che ci hanno aiutato a dare un senso molto più ampio alle meravigliose storie che ogni volta troviamo in un libro.
E' un regalo a cui tengo moltissimo, me l'ha regalato il traduttore in persona, Andrea Sirotti, che ringrazio ancora di cuore per la scelta felice e che spero continuerà a "guidarmi" nella scoperta della letteratura postcoloniale anglofona.
PS: nonostante Mr. Pip, Dickens continuo a non amarlo!

venerdì, settembre 26, 2008

Toccata e fuga!


Finalmente, dopo due anni, siamo tornati! Marco e io amiamo Napoli profondamente. A Napoli vivono amici carissimi a cui vogliamo molto bene, ma non è solo per questo che torniamo sempre tanto volentieri. E non è nemmeno il cibo, sempre buono, ovunque si vada, che ci attira, dalla pizza, semplice margherita ma sempre ben lievitata, fatta con ingredienti straordinari, una mozzarella, anche la semplice fior di latte, estremamente saporita, un pomodoro mai acido, ai fritti straordinari: crocchè, arancini, pasta cresciuta...ai fantastici taralli 'nzugna e pepe, passando per le sfogliatelle.
Napoli è un luogo straordinario che ad ogni angolo ti regala all'improvviso un panorama inatteso, una qualche facciata barocca che improvvisamente emerge da un insieme di palazzi non sempre ben tenuti, oppure qualche cortile straordinario, con ballatoi sostenuti da magnifiche colonne e ampi scaloni che si arrampicano su in alto a circondare cortili oggi occupati da macchine e motorini, e questo ovunque, non solo nei percorsi per turisti, ma nella Napoli dei bassi, che siano i quartieri spagnoli o la rete di vicoli che circonda il decumano maggiore e S. Gregorio Armeno.
Ogni volta che torno, mi accorgo di girare per le strade sempre stupita per la bellezza che si ritrova ad ogni angolo. E anche questa volta, troppo occupata a respirare la vita intensa dei vicoli, a guardare le facciate, a leggere i cartelli fantasiosi, non ho minimamente prestato attenzione a ciò che ultimamente ha portato questa città agli onori delle cronache, vale a dire l'immondizia. Non voglio parlare di questo, ma invece del regalo inatteso e piacevolissimo che invece domenica mattina ci è stato inaspettatamente fatto.
Domenica mattina, insieme a un gruppetto di amici abbiamo deciso di andare a visitare il Duomo. Essendo domenica mattina, nessuno di noi si è reso conto che c'era qualcosa di speciale. Ma appena entrati ci siamo accorti che qualcosa di strano c'era: alle 10 del mattino invece della Messa si stava recitando il Rosario e sull'altare c'era il prete in mezzo a due carabinieri, chissà perchè... Dopo aver visitato la cappella di S. Gennaro, molto frequentata, ci siamo avvicinati e...era esposto il sangue di S.Gennaro, che qualche giorno prima aveva ripetuto il miracolo di sciogliersi! Fin da piccola il racconto e le immagini sui giornali e per televisione mi avevano sempre colpito, ed ora, inaspettatamente, eccomi qua.
All'uscita dalla chiesa abbiamo continuato la nostra passeggiata, quasi seguendo un Pulcinella che camminava chiacchierando tranquillamente con alcune ragazze. Arrivati all'altezza di S. Gregorio Armeno il Pulcinella si è fermato e ha dato vita a un piccolo spettacolo di burattini, naturalmente in vernacolo ma con l'accortezza di tradurre le parti per noi stranieri incomprensibili, che ci ha tenuti avvinti per una mezz'oretta. Spettacolo devozionale, davanti ad una piccola, deliziosa chiesetta all'angolo di via S.Biagio dei Librai e S.Gregorio Armeno.
Questa è Napoli per me: uno scrigno di pietre preziose di arte, di bellezza e di umanità.

sabato, settembre 06, 2008

54!


...e non li dimostro!
Però è meglio dire 27...per gamba!

venerdì, settembre 05, 2008

Il ruggito del coniglio


Con questo forum 5 anni fa ho cominciato i miei primi passi nel web. Avevamo appena installato l'ADSL e per provare l'ebbrezza di internet andai a cercare proprio il sito di questa trasmissione, molto amata e seguita dal suo esordio. Era solo una piccola curiosità. Lessi per giorni e giorni i vari post, alcuni molto scherzosi, altri seri, altri ancora assolutamente surreali, e mi innamorai talmente di quel luogo virtuale da cominciare a "postare" anche io. In breve cominciai a fare parte di quella piccola comunità che mi accolse benevolmente e altrettanto benevolmente mi insegnò a usare sempre con più agilità il computer, internet e tutto quello che offre! Oggi ho un blog, ne seguo tanti altri, le emails sono il mio pane quotidiano,chatto e uso l'home banking e ultimamente mi sono iscritta pure a Facebook! e ad Anobii. L'unica cosa che ancora non ho imparato bene, a dire il vero, sono i comandi html, ma è solo una questione di pigrizia. Questo bellissimo forum a poco a poco si è trasformato da luogo virtuale a luogo reale, con molti ci siamo conosciuti di persona, in ciccia e pelo, come abbiamo sempre detto in gergo! Con un'amica conosciuta qui abbiamo anche organizzato ben 5 raduni, bellissimi, ad uno dei quali partecipò anche uno dei due conduttori della trasmissione.
Su quel forum abbiamo riso, ci siamo arrabbiati, abbiamo fatto propaganda politica, scritto ricette, abbiamo pianto di dolore, abbiamo ricordato amici scomparsi, cantato e anche virtualmente ballato! Ci siamo scambiati titoli di libri, insulti, complimenti, links. Ora quel forum non c'è più. Chiuso, come chiude all'improvviso il bar sotto casa dove eravamo abituati a fermarci in un momento di pausa per fare due chiacchiere con gli amici. Verrà sostituito da un blog, più moderno, sicuramente diverso nei temi e nella modalità di postare.
Addio caro forum, con te sono cresciuta, virtualmente parlando. Grazie per tutto quello che mi hai dato, che è stato molto di più di ciò che chi ti aveva pensato avesse mai immaginato. Grazie.

giovedì, agosto 21, 2008

Pausa pranzo

Il mio rapporto con l'acqua è, da sempre, viscerale. Ho cominciato a nuotare da piccolissima, figlia di due grandi amanti del mare, passando le mie vacanze estive in parte in Adriatico e in parte in Sardegna, due tipi di mare diversissimi ma amatissimi entrambi. In uno la possibilità di fare quei meravigliosi giochi che tutti i bimbi di questo mondo fanno con la sabbia, armati di paletta e secchiello, e con la sicurezza del mare poco profondo dove passeggiare più che nuotare, nell'altro la meraviglia di un mondo sottomarino che a due passi dalla riva all'improvviso si schiudeva sotto i miei occhi curiosi che spiavano da dietro la maschera, seduta quasi sulla battigia, in mezzo agli scogli. Poi gli anni delle scuole medie, in cui, a causa dei doppi turni a scuola e della mia schiena che non ne voleva sapere di stare diritta, il nuoto è diventato materia di studio e terapia, anni in cui ho davvero imparato a nuotare, coordinando movimenti e respiro e dove ho scoperto che quel ripetitivo macinare vasche su vasche era fantastico per pensare a me stessa. Infine gli anni più maturi, dal liceo in poi, in cui sempre una piscina è stata presente, dove diventava la scusa per trovarsi con le amiche, per nuotare o per fare ginnastica, ma sempre in acqua. Ovunque vada, è molto importante che ci sia una pozza d'acqua dove potermi rilassare, per sentirmi bene. Questa volta ho trovato questa magnifica piscina, praticamente vuota a ora di pranzo, e raggiungibile a piedi in meno di 10 minuti. Questo mi basta per sentirmi in vacanza e non al lavoro!

domenica, agosto 17, 2008

Spaghetti al cartoccio




Credevate di trovare la ricetta?

domenica, agosto 10, 2008

Mai dire mai!


Una mia zia molto saggia mi diceva sempre che non bisogna mai dire: di quell'acqua non ne berrò!
Ha spesso avuto ragione, e anche questa volta non si è smentita: nella famiglia è entrato a far parte lui, nanodagiardino, o meglio nanodaterrazzino, regalato dagli amici a mio figlio più grande per il suo compleanno. Da notare il pregevole lanternino, che si dovrebbe alimentare a energia solare. Domani lo proveremo.
Le cronache di questi giorni sono state piene di notizie che mi hanno fatto molto pensare. I leghisti si sono scagliati contro le nomine a preside di scuole del nord di non mi ricordo più quanti insegnanti meridionali. Questi personaggi forse non sanno che questi insegnanti hanno sostenuto, e vinto, un concorso pubblico e valido su tutto il territorio nazionale che richiede un discreto bagaglio culturale. Tradotto in parole povere: hanno studiato più e meglio degli insegnanti del nord! Ma probabilmente qualcuno era ancora molto arrabbiato per la seconda bocciatura del proprio figlio all'esame di maturità, nonostante la possibilità avuta dal ragazzo di accedere a fonti, per la preparazione della sua tesina, non facilmente accessibili ai più.
Leggo che la legge che tutela la maternità, alla resa dei conti, si ritorce contro le donne invece che aiutarle, in quanto ancora una volta le ghettizza nel ruolo di madre, ribadendo che comunque se vogliamo fare figli è affare nostro ed è a nostro rischio e pericolo per quanto riguarda poi la tutela del posto di lavoro. Può diventare persino un ulteriore motivo di razzismo. Nella struttura dove lavoro una grossa fetta del personale è costituita da donne straniere in età fertile. Le poverette, tutte debitamente sposate, alcune già con un figlio, migliorata la propria condizione economica hanno pensato bene di procreare, approfittando di una legge che è sempre stata a disposizione di tutte le donne, e della quale tutte le dipendenti, anche le italiane, hanno potuto usufruire. Ma evidentemente le italiane e i loro compagni o mariti se ne sono dimenticati velocemente ed ora usano queste assenze per maternità come evidenza della poca voglia di lavorare degli stranieri, soprattutto se provenienti da certi paesi. E' evidente che io sono una grandissima fannullona: tre figli in tre anni mi hanno permesso di riposare tranquillamente a spese della struttura nella quale lavoravo.
Sono iniziate le Olimpiadi e non sono riuscita ad assistere alla cerimonia iniziale. Ho preferito andare a nuotare il piscina nella pausa pranzo.
Non riesco ad assistere a nessuna gara: o lavoro o sono a nuotare o a camminare.
Con queste belle giornate, il pensiero di mettermi in casa a guardare la televisione non mi passa neanche per l'anticamera del cervello.
Secondo me le Olimpiadi dovrebbero farle solo quando c'è brutto tempo!
AGGIORNAMENTO: Il lanternino del nanetto funziona egregiamente, alimentato dalle batterie solari. Una piccola luce diafana ha illuminato le piante grasse che lo circondano: che emozione!

sabato, agosto 02, 2008

Per non dimenticare...


Non dimenticherò mai quella mattina. Una calda mattina d'estate. Stavo studiando anatomia patologica, che a settembre avrei dovuto sostenere. Contemporaneamente avevo il sottofondo di Radiocittà. C'era il silenzio della città che si è svuotata, è andata in vacanza. C'era la sonnolenza dello studio fatto un po' distrattamente, con sottosotto il chiedersi ma cosa ci faccio io qui e il desiderio di piantarla lì e andarmene in piscina. C'erano le chiacchiere di mia madre e mia nonna in cucina, come un lieve mormorio nella calura estiva. E all'improvviso la radio che ferma la programmazione e una voce angosciata dice dell'esplosione. Resto ferma lì, incredula, aspetto che ripetano la notizia perchè mi sembra così assurda, così incredibile...e poi la conferma, e le prime sirene in lontananza: abitavamo a fianco del policlinico. All'improvviso in tutta la città cadde un silenzio greve, punteggiato solo dall'urlo lancinante delle sirene e dalla spola di quell'autobus che trasportava i corpi alle camere mortuarie, con i finestrini oscurati da tende bianche a coprire quei poveri corpi.
L'orrore e la violenza ci avevano colpito come un improvviso pugno in pieno volto,dato senza ragione, o per ragioni che a tutt'oggi non riesco ne' a capire ne' tantomeno a condividere.
Non voglio dimenticare, perchè non voglio che accada mai più!

giovedì, luglio 31, 2008

E tre!


E così anche Edoardo ce l'ha fatta!
Ed è arrivata la proposta che tanto paventavo: mamma, ci dai la tua macchina e noi ti diamo quella della nonna?
Ho fatto una pernacchia!

domenica, luglio 27, 2008

Relax







Un bellissimo e meritato pomeriggio di svago in una fantastica piscina molto simile a questa, a casa di miei cugini, insieme a mio fratello e a pochi amici.


Basta poco per essere felici!


Ed ecco la piscina dove siamo stati: un vero splendore!

martedì, luglio 15, 2008

L'amore gratuito


Vorrei raccontare un po' com'è la vita all'Istituto Nazionale dei Tumori, per far capire che anche in situazioni di malattia grave è possibile riuscire a ritagliare spazi di serenità.
L'immagine è un po' sfuocata (Popale, andrebbe bene per quel tuo blog ormai sospeso), ma è una pittura su una delle pareti del reparto di oncologia pediatrica, anzi, è un'immagine che accoglie tutti coloro che escono dagli ascensori al settimo piano. Il reparto è bellissimo, con i suoi muri chiari, le stanze a due letti ampie e con una vista mozzafiato su Milano e, nelle giornate limpide, sulle Alpi, così vicine. Nel reparto c'è una grandissima sala giochi, dove i ragazzi possono anche mangiare la pizza con gli amici che vengono a trovarli, e che è anche la sala dove si svolgono le attività didattiche per chi ha esigenze di studio. E' una sala ampia, luminosissima per le due ampie terrazze, una per i genitori e una per i bimbi, che sono due fantastici giardini pensili e dove vivono un paio di tartarughe. In questa sala ci sono diversi computer, una cucinetta in miniatura, una bibliotechina e tantissimi giochi di ogni genere e per ogni età.
Le attività sono organizzate da un gruppo di insegnanti distaccati qui dal provveditorato e da un folto gruppo di volontari che a turno prestano la loro opera qui e al piano terra, al day hospital, che Rudolph e io conosciamo meglio, visto che le sue terapie sono state fatte tutte lì, tranne la prima. Al day hospital tutta la sala d'attesa è a misura di bambino, una staccionata fiorita all'interno della quale si trovano le seggioline, anche qui la cucinetta in miniatura, attrezzatissima, il tavolone dove si disegna, si taglia, si incolla, si dipinge, insomma, si paciuga! E anche qui, discreti, sorridenti e accoglienti, ci sono i volontari, che si fermano a giocare con i bimbi, a fare due chiacchiere con i genitori, a preparare il caffè o il tè e a distribuire caramelle e leccalecca. La loro presenza è preziosa: permettono di spezzare la noia della giornata, che passa lenta scandita solo dal cambio delle flebo o dalla chiamata per una visita o un esame. Ti riportano a discorsi di normalità quando l'ansia prende il sopravvento, ti strappano un sorriso o una risata con una battuta. Sono persone meravigliose che dedicano una mattina a settimana a perfetti sconosciuti con una serenità che riempie il cuore.
E grazie a loro diventa facile legare con gli altri, che sono lì con le tue stesse preoccupazioni, le tue stesse ansie, ma con la paura e il pudore di dirle. Così all'improvviso ti ritrovi a scambiarti ricette di dolci, a giocare al ristorante con un bimbo, o al vigile con un altro che improvvisa una corsa con il triciclo, o ti metti ad inventarti un teatrino, come è successo l'ultima volta. e a volte capita di sentire qualcuno piangere e protestare perchè finita la visita la nonna vuole tornare a casa: "Uffa nonna, mi porti sempre via proprio quando ci sono i miei amici!"

giovedì, luglio 03, 2008

In ospedale


In ospedale c'è sempre un sacco di cose da fare! Noi abbiamo collaborato a questo.

Quando fa troppo caldo...


...anche i gatti si rifugiano all'ombra!

martedì, luglio 01, 2008

Voglia di vacanze!


giovedì, giugno 26, 2008

19 anni fa


Alle 8 del mattino entrò nella nostra vita, sorridendo placida e conquistandoci tutti. Oggi si è diplomata. Proprio il giorno del suo diciannovesimo compleanno!
Siamo fieri di lei!

mercoledì, giugno 25, 2008

La patente


Da oggi ce n'è una in più: Rudolph ce l'ha fatta! E domani sosterrà l'esame orale alla maturità.

venerdì, giugno 20, 2008

Ricominciamo!


Finalmente si ricomincia! tirato un profondo sospiro di sollievo per la conclusione delle vicissitudini della Terme di Porretta s.p.a., visto che finalmente siamo stati acquistati da un gruppo di industriali bolognesi, si riparte alla grande per la nuova stagione. Riapre il padiglione La Puzzola (le fonti solforose da queste parti si chiamano tutte così...) per ora odorosa solo di detersivi e vernice, con le sue vetrate aperte verso il parco splendido e verdissimo, con i castagni che cominciano a fiorire. Nell'aria si spande il profumo dolcissimo e intenso dei tigli, che dopo settimane di pioggia e freddo si aprono al sole subito caldo di questa metà giugno. I turisti cominciano a riempire le strade e le piazze di Porretta, nuovi turisti curiosi e ancora un po' spersi che ti chiedono dove sono le terme, o qualche albergo, e vecchi turisti che oramai vengono da una vita. Per strada è tutto un saluto: Dottoressa come sta? Come ha passato l'inverno? E via con i loro racconti: nuovi nipotini, qualche figlio che si è sposato, qualcuno che è partito per lavoro o che è ritornato dopo esperienze all'estero. Alle terme, mentre li visito, si dipana la loro vita, con i loro dolori, le loro gioie, mi raccontano, si aprono con una confidenza che mi intenerisce. Rivedo i bambini, cresciuti in altezza, qualcuno ha fatto la prima elementare: ora sono bimbi assennati, non piangono più a fare l'aerosol. Qualche mamma arriva con un bimbo nuovo, pupazzotti teneri di pochissimi mesi che con le infermiere portiamo orgogliosamente in giro mentre i fratellini più grandi (ma non tanto poi) fanno le cure. C'è un'aria di festa, di gioia per questo reincontrarsi che mi ricorda tanto quando da piccoli si tornava al mare, sempre nello stesso posto, sempre nella stessa casa, e si ritrovavano le stesse persone alle quali ci si era affezionati e alle quali per un intero anno si era pensato pieni di aspettative.

domenica, giugno 08, 2008

Kitchen


La mia caotica e disordinatissima cucina è sempre stato il cuore della mia casa! Qui si sono svolte e si svolgono tutte le feste di famiglia, da Natale ai compleanni ad ogni evento importante. Qui alla fine di ogni cena si rimane a chiacchierare con gli amici nonostante il salotto, che finisce per essere preda dei figli e dei loro amici. Qui mi fermo a lavorare al pc, da quando ho questo meraviglioso portatile su cui sto scrivendo. Qui con i figli abbiamo fatto biscotti, torte, ma anche i compiti di scuola, disegni, relazioni, abbiamo giocato a carte o a nomi, cose, città, fiori, ecc. Qui ieri sera a mezzanotte ci siamo trovate mia figlia e io a chiacchierare e progettare e ridere, mentre tutto il resto della casa già dormiva, bisbigliando complici sul passato e fantasticando sul futuro.

lunedì, maggio 19, 2008

Vicolo dei lavandai

Al Naviglio grande ero già stata, mi ci avevano portato gli amici blogger milanesi in una bellissima serata di un po' di tempo fa ed ero rimasta deliziata dal Vicolo dei lavandai, un salto indietro nel tempo. Desideravo moltissimo portarci Rudolph e il resto della famiglia, e finalmente domenica siamo riusciti. Sono venuti a trovarci i miei cognati e così ci siamo avventurati, in una domenica di traffico inesistente causa partita di fine campionato, verso Porta Ticinese. Abbiamo girellato lungo il naviglio, esplorando gli atelliers aperti, guardando le vetrine delle librerie e degli antiquari e ridendo delle paperelle che si ostinavano a nuotare controcorrente. Poi abbiamo cercato un posto dove mangiare e la nostra scelta è caduta proprio su El brellin. Confesso di avere pensato che fosse un posto per turisti, bell'ambiente ma cibo non particolarmente eclatante. E invece ecco la sorpresa, anzi, le sorprese: cameriere professionali e gentilissime, sorridenti e pazienti a rispondere alle nostre domande sul menù, assolutamente meneghino, un simpatico sommelier, altissimo e magrissimo, che ha saputo consigliare pazientemente 5 avventori assolutamente poco acculturati alla scelta del vino, cioè noi!
Il risotto allo zafferano era assolutamente perfetto, ben cotto, presentato senza fronzoli, con solo sopra qualche pistillo di zafferano. La cotoletta di Rudolph era sontuosa e a detta sua tenerissima, accompagnata da una bella porzione di patate al forno, gli ossi buchi e il rustin negàa, accompagnati entrambi dal risotto allo zafferano, ordinati dai miei cognati e da mio marito erano tenerissimi e saporiti e profumatissimi, l'osso buco profumato anche dal rosmarino, che io normalmente non metto mai, e che rendeva la carne ancora più profumata e gradevole. E per finire il dolce: un tortino al cacao fondente assolutamente perfetto, servito tiepido, morbido, che ha lasciato al palato un ricordo nostalgico e soddisfatto.
Il ristorante è delizioso, con i suoi archi e le tovaglie giallo chiaro, luminoso, con le finestre che danno sul naviglio e alle pareti appesi quadri tutti a tema: le lavandaie!
E nessuna fretta a fine pasto: siamo stati tranquillamente a chiacchierare per un'oretta dopo pranzo senza che nessuno ci spronasse ad alzarci.
Ultima annotazione, mio personale sistema di classificazione dei ristoranti: toilettes ineccepibili!

sabato, maggio 17, 2008

Un appello


Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei TumoriVia Venezian, 120133 Milano

5 per milleDichiarazione dei redditi: inserire nell'apposita casella il riferimento del codice fiscale dell'INT: 80018230153
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Meritano tutto quello che gli si dona, e anche qualcosa di più!

mercoledì, maggio 14, 2008

L'oscuro oggetto del desiderio!


E finalmente l'ho comprato, l'oggetto del desiderio, per niente oscuro, ma molto, molto agognato!
E mi sono pure lanciata nell'avventura della navigazione senza fili, acquistando un abbonamento con relativa pennetta, in modo da poter essere connessa praticamente ovunque!
Potro' guardare i films in treno, scrivere emails e postare anche quando sono a Porretta o a Milano, saro' connessa ogni volta che lo desidero o ne ho bisogno. Un vero e proprio delirio di onnipresenza!
Sara' una dura lotta con Rudolph!

lunedì, maggio 05, 2008

Si riparte!


Di nuovo alle prese con le valigie. Questa volta la permanenza a Milano sara' molto piu' lunga delle altre volte, perche' oltre alla chemioterapia, Rudolph dovra' sottoporsi anche a due sedute quotidiane di radioterapia. Per fortuna abbiamo trovato sistemazione in una bella casa di accoglienza vicinissima all'ospedale, molto bene attrezzata, dove la volta scorsa ci siamo trovate molto bene.
Fare le valigie in questo periodo dell'anno e' sempre un problema: quante magliette dalle maniche corte? e quante dalle maniche lunghe? E i maglioncini di cotone? E porto la giacca pesante o quella leggera? O forse sara' sufficiente il giubbotto di jeans? Di solito, assalita da questi dubbi, faccio e rifaccio la valigia almeno dieci volte, non solo, cambio anche la valigia altrettante volte, perche' il desiderio sarebbe quello di viaggiare il piu' leggera possibile, ma poi ne prendo una piu' grande perche' non posso fare a meno di portarmi un paio di scarpe o una maglietta in piu'. E poi i libri: quanti ne porto? e quali? Insomma, Amleto al confronto era un dilettante. Di solito, a questo punto, mi metto a fare una lunga lista delle cose necessarie, che poi pero' finiro' per non consultare, dimenticandomi un sacco di roba.
Invidio moltissimo mia suocera che abitando in una casa molto grande, puo' permettersi di sciorinare tutto cio' che pensa di portare sul tavolo di una stanza che normalmente non viene utilizzata, e poi con calma riempie le valigie sfruttando abilmente ogni minimo spazio e angolino. Io tendo piu' a riempirle alla rinfusa e in modo confusionario, togliendo e rimettendo le cose migliaia di volte nei cassetti. Per non parlare poi di quando le valigie bisogna farle al ritorno: perche' le stesse cose che all'andata erano entrate tutte perfettamente, al ritorno sembrano essere raddoppiate e quell'unica valigia non e' piu' sufficiente. Ma di questo ne parleremo al ritorno.

mercoledì, aprile 30, 2008

Che traffico!


Questa mattina, andando al lavoro, ho incontrato una lepre, una serpe e un fagiano! Dovrebbero mettere almeno delle striscie pedonali!

martedì, aprile 29, 2008

Riassunto



Un mese che non scrivo, un tempo lunghissimo, con un sacco di cose dentro.
C'è stato il viaggio a Milano per le mie solita lezioni di omeopatia, andata e ritorno in macchina con il mio fratellone. Era tanto che non si riusciva a parlare noi due da soli. E' stato un ritrovarci e risintonizzarci l'uno sull'altro, con i nostri scherzi e giochi di parole, ridirci tutto l'affetto che ci lega. Scoprire che abbiamo gli stessi desideri, nella fattispecie si fantasticava di una grande casa da comprare dove vivere tutti insieme, noi tre fratelli e le nostre famiglie, e la mamma, ognuno il suo appartamento, ma tutti insieme, possibilmente con un giardino e un orto, e magari qualche cane e qualche gatto. Tutti insieme perchè mai come ora ci rendiamo conto di quanto siano preziosi l'aiuto e il sostegno reciproci, e lo stare insieme il più possibile.

Ci sono state le elezioni, vissute intensamente, con gli occhi e le orecchie incollate alla tv insieme agli ospiti della casa di accoglienza di Milano, dove siamo state nei giorni della chemioterapia di Rudolph. Quante preoccupazioni in quelle persone, quanto timore di non poter più accedere alle loro terapie, costosissime e spesso sperimentali, solo perchè vengono dal Sud.
E quanto disappunto quando i risultati del voto si sono fatti evidenti e incontrovertibili.
In effetti avrei anche potuto restare a Milano, che tanto le cose non sarebbero cambiate. Ma non me lo sarei mai perdonata di non avere votato: mi sarei sentita troppo in colpa!

C'è stata la terapia di Rudolph. Sapevo che è una ragazza forte, ora ne ho la certezza. Nonostante la stanchezza e il malessere, non ha mai perso la voglia di scherzare e ironizzare, anche sui suoi capelli che non ci sono più e sulle acconciature che si fa con sciarpe o foulard.
Ha anche avuto la pazienza di insegnare ad un'altra paziente come si fa a fermare il tutto perchè non scivoli via. E ha costretto l'oncologo a cambiare il piano terapeutico per poter affrontare l'esame di maturità con i suoi compagni!

In una settimana di assenza dal lavoro, il bosco si è trasformato. Quando sono partita era ancora brullo, con quel colore tra il marrone e il grigio, punteggiato qua e là dai ciuffi bianchi dei primi alberi in fiore, che contrastava con i prati già di un bel verde tenero. Ora invece è un tripudio di verde. Quanti tipi di verde esistono! Mille sfumature diverse che contrastano o sfumano l'una nell'altra, con macchie di colore verde, giallo, bianco, rosso, lilla, rosa! Devo stare molto attenta a non distrarmi nell'ammirare il panorama, mentre guido. E soprattutto devo stare molto attenta ai merli suicidi e agli altri yccelli che troppo intenti ad acchiappare lombrichi, che a quanto pare escono soprattutto al mattino presto, dal ciglio della strada spiccano improvvisi voli rasoterra proprio mentre sto passando. Invece i saggi scoiattoli mi guardano un attimo e poi si arrampicano veloci sui tronchi e sui rami fino a scomparire nel verde.

Sono tornata a comperare il miele. Le api mi hanno salutata dalle arnie con il loro sommesso e profondo ronzio, simile al suono di un contrabbasso. Quel suono mi rasserena ogni volta, rappacifica il mio cuore. E come ogni volta esclamo: le mie ragazze cantano!, suscitando l'ilarità dell'apicultore.
Ho ripreso il miele all'eucaliptus, cremosissimo e denso, e quello al castagno, il mio preferito, amarognolo e ambrato. E con l'apicultore siamo rimasti a parlare di agricoltura biodinamica, di alimentazione, di banca dei semi, di pane fatto in casa, ma anche di scelte di vita, per almeno un'ora, crogiolandoci nell'ultimo sole della giornata.

giovedì, aprile 10, 2008

Le rondini


Il tempo non è un gran che, piove un giorno sì e quello dopo anche, fa ancora freddo, ma loro sono finalmente tornate!
Le ho sentite questa mattina, quando sono uscita di casa, all'alba. Mi sono passate veloci sulla testa, salutandomi allegramente e mettendomi di buon umore come non mai. La loro voce significa che nonostante tutto la buona stagione è in arrivo e presto smetteremo giacche e maglioncini, calze e scarponcini.
Si sa che una rondine non fa primavera, ma quando cominciano ad essere più di una, c'è una buona probabilità che sia ora di spegnere definitivamente il riscaldamento.
Insieme alle rondini, come ogni anno da cinque anni a questa parte, c'è stata anche la solita migrazione di un gruppo di affezionati e amatissimi Conigli, provenienti da ogni parte di Italia, per ottemperare al rito del mitico P. U., ovvero il Porco Unto. Anche questo è segno di primavera imminente, si sa che i Conigli si spostano con la bella stagione!
Quest'anno ho anche avuto l'onore di fare da madrina alla consegna dell'anello babbionico alla sora Guendalina, insignita ufficialmente dell'ordine delle Babbione, di cui faccio umilmente parte.
Infine, l'ultimo segno che la primavera è arrivata: le elezioni!
Quest'anno dovrò fare un vero e proprio tour de force per poter votare: rientrare da Milano la domenica sera e ripartire per Milano il lunedì mattina.
Ma... "si può fare!"

mercoledì, aprile 02, 2008

Blog Action

Blogaction - 2 aprile 2008

2 aprile 2008


Ai partiti politici, ai politici italiani, agli organi di informazione, alla cittadinanza tutta

Questa lettera nasce da uno sforzo collettivo di cittadini italiani della Rete, che si sono confrontati in maniera concreta e proficua usando i mezzi offerti dal social network e partendo da un approccio comune e condiviso, al di là dell’appartenenza politica di ciascuno, per agire attivamente nell’attuale contesto politico e socioculturale.Vogliamo richiamare l’attenzione di chi ci governa, degli organi d’informazione e delle istituzioni verso quelli che dovrebbero essere i principali obiettivi di una politica civile, etica e basata sul bene comune.

La tutela dei valori costituzionali del nostro Paese: laicità dello Stato; diritto al lavoro e alla sicurezza sul lavoro; diritto di scelta per la propria salute e tutela della stessa, per tutti; informazione libera, pluralista e basata sulle interazioni.
L’adempimento del mandato elettorale per il quale si viene eletti e del quale i cittadini elettori sono costantemente giudici. Tale adempimento dovrebbe rappresentare una condizione minima, senza la quale “fare politica” diventa semplicemente un modo per raggiungere obiettivi personali e di potere.
La risoluzione di emergenze sociali, tra cui (ne citiamo solo alcune): impatto ambientale dei rifiuti; sistema della Sanità; aiuti alle famiglie e tutela della maternità, attraverso sussidi e asili nido in numero sufficiente; sistema dell’Istruzione e della scuola e scollamento tra questo e il mondo del lavoro; precarietà diffusa e formalizzazione del salario minimo legale.
L’attuazione di riforme politiche non più procrastinabili, quali: l’immediata risoluzione del conflitto d’interessi; una seria riforma del sistema elettorale che impedisca le nomine dall’alto dei parlamentari attraverso l’indicazione della propria preferenza sulla scheda; la decisione sulla non eleggibilità di cittadini, se condannati in via definitiva, o in primo e secondo grado in attesa di giudizio finale.

Crediamo che fare politica, nel senso etimologico e più nobile del termine, comporti soprattutto fornire un esempio etico, culturale e di serietà ai cittadini che si governano, e che costituisca un ruolo da non sperperare in inutili e volgari liti, dichiarazioni razziste, aggressioni fisiche; questi comportamenti impoveriscono tutti, sia in un contesto interno alla nazione, sia rispetto all’immagine che essa deve offrire al resto del mondo.

Dal momento che Voi siete chiamati a rappresentarci, dovreste porvi come portavoce di coloro che vivono la realtà quotidiana e trasmettono le sue problematiche concrete.

Pretendiamo che la politica torni a essere un servizio alla collettività e che nel fare questo rispetti alcuni precisi standard di correttezza, buona educazione civica, coerenza e chiarezza.

Noi non siamo solo numeri.
Non vogliamo assistere impotenti alla banalizzazione delle parole che non si trasformano in fatti coerenti e responsabili.
Noi siamo quelli che votano. Quelli che scelgono. Quelli che criticano. Quelli che domandano. Quelli che giudicano.

Noi siamo coloro a cui dovete rispondere del Vostro operato, ogni giorno, in qualsiasi momento.
Attueremo un controllo serrato sulle azioni della prossima legislatura e daremo ampio risalto sui nostri blog di ciò che di buono e di cattivo verrà fatto.

Siamo in grado di criticare l’informazione, di valutare l’attuazione del programma elettorale, di giudicare sui fatti e non sulle promesse e sulle favole.

venerdì, marzo 28, 2008

Ho fatto la torta!


Dopo tanti mesi in cui non ero più riuscita a cucinare praticamente niente, ecco che questa mattina sono riuscita a godere nuovamente della mia cucina. Qualcuno ha regalato, nei giorni scorsi, burro buono, ricotta di mucca, uova freschissime ( come sempre ne ho una certa eccedenza: in questo momento più di 30!) e così la cosa più veloce che mi è venuta in mente è stato il ciambellone. E come si può vedere è stato molto apprezzato.

mercoledì, marzo 26, 2008

La bellezza


La bellezza irrompe nella nostra vita nei momenti più impensati, magari proprio quando stai affrontando una prova molto difficile.
Lei arriva, improvvisa, e ti toglie il fiato, ti lascia con un grande oh di meraviglia sul volto e ti fa dimenticare per un po' le preoccupazioni. Ti regala attimi intensi e ti lascia il ricordo di istanti preziosi di serenità.
Questa foto è stata fatta da mia figlia, durante il primo ciclo di chemioterapia, dalla finestra dell'Istituto Nazionale dei Tumori di via Venezian.

Neve

Berlino

Porretta Soul Festival 2007

Porretta Terme

Castel di Casio

I giardini del Casoncello

L'eremo