domenica, novembre 30, 2008

Caravaggio

Io l'ho visto!

martedì, novembre 25, 2008

Le buone azioni


Autobus affollato del primo pomeriggio. Persone imbronciate, ognuna chiusa nei propri pensieri, nei propri fastidi di stare troppo a contatto con degli estranei. Davanti a me una splendida giovane donna bangladeshi, ha una borsetta tutta decorata di nastrini e perline sui toni del lilla, veramente bella. L'ammiro, è estrosa, e intanto penso a chi, per lavoro, cerca proprio, in giro per strada, idee che poi diventeranno moda. Quest'anno ho visto diverse pubblicità di borse di stilisti famosi decorate di pallettes o di pietre dure o fiocchetti, ma questa borsetta, per quanto non sia firmata, è davvero bella e fantasiosa e contrasta un po' con il cappotto scuro e anonimo della giovane donna, che però ha il capo coperto con uno scialle altrettanto bello. Cedo il posto a una piccola signora piena di sporte chiaramente pesanti, che al mio commento sul fatto che sia davvero carica (chiacchierare con gli sconosciuti in autobus è uno dei miei sport preferiti!), mentre si scusa per prendere il mio posto che invece cedo volentieri, mi racconta i perchè e i percome di tutti quei pacchi, sporte e sacchetti. Mentre mi passa davanti per sedersi anche lei nota la borsa e siccome è una persona chiaramente comunicativa, si complimenta con la ragazza e ammira la borsetta, magnifica il disegno delle perline e delle pietre dure e chiede da che paese proviene. Chiacchieriamo un po', poi la ragazza si gira e comincia a frugare nella borsa. Io mi distraggo, guardando fuori e ogni tanto rispondendo alla signora che continua a chiacchierare. La ragazza si rigira e allunga la borsetta alla signora, dicendo che gliela regala volentieri. Attimo di suspence e quasi imbarazzo di tutto l'autobus, e poi i grazie commossi della signora che si mette a piangere dall'emozione e il sorriso dolcissimo della ragazza. La signora chiede, e ottiene, il numero di telefono della ragazza. Noi siamo tutti contenti, anche noi commossi, tra sconosciuti ci sorridiamo ammirati per quel gesto così spontaneo e gratuito.
Lo spirito del Natale è arrivato da una ragazza musulmana!

domenica, novembre 23, 2008

Potrebbe piovere...

Un incidente.
Nessun ferito per fortuna.
Ma tanta paura, tanta rabbia e anche un po' di depressione.
Perchè è stato un solo attimo di disattenzione che ero presa dai miei pensieri.
Perchè lo so che quella strada è maledettamente stretta e piena di curve e dossi, ma è anche la più corta e mi ostino a farla tutti i giorni.
Perchè lo so che tanto ci pensa l'assicurazione, ma poi si rifarà su di me aumentandomi la prossima polizza, nonostante siano 30 anni che pago senza mai avere avuto niente.
Perchè fino a che non risistemo la macchina mi toccherà usare il treno per andare a lavorare e mi beccherò un sacco di freddo e perderò moltissimo tempo.
E' vero che sarebbe potuto andare peggio.
Ma qui mi sembra che non potrebbe piovere, qui potrebbe nevicare!

giovedì, novembre 20, 2008

O' munaciello

Nella tradizione napoletana, quando in casa sparisce qualche cosa, si dice che se l'è presa o' munaciello, un piccolo monaco bambino, un po' scherzoso e anche un pochino dispettoso, che si diverte a far sparire le cose. In realtà probabilmente erano i pozzari che, con la scusa di pulire i pozzi che collegavano le case alle cisterne sotterranee dell'acqua, penetravano nelle case portandosi via oggetti di valore o le cose più strane. Spesso si trattava di bambini o uomini di piccola statura, incappucciati per proteggersi dal freddo delle cisterne, e perciò assimilati ai monaci.
Per una volta però o' munaciello si è divertito a farmi ritrovare una cosa perduta, anzi, un libro perduto!
Frugando nella libreria dei libri di viaggio e delle guide, proprio sotto la guida di Napoli, è ricomparso Mr. Pip, che credevo dimenticato sull'eurostar al ritorno da Napoli. Grazie a Sandra il libro l'ho già finito di leggere, ma ci tenevo, era un regalo e un altra copia non sarebbe stata la stessa cosa.
Grazie, munaciello!

lunedì, novembre 17, 2008

Cibboi?

Sabato sera a Milano, con un gruppo di amici e colleghi, al termine di una lunga giornata di studio, passeggiando per via Castaldi per raggiungere il bistrot dove di solito ci rifugiamo in queste occasioni, ecco che lo sguardo viene catturato da una vetrina più luminosa delle altre. Via Castaldi, con i suoi localini etnici, e con anche il fantastico Joia, oramai abbiamo imparato a conoscerla bene, in questi 3 anni di frequentazione regolare. In questi 3 anni qualche negozio ha chiuso, qualche altro ha cambiato gestione, qualche negozio vuoto è diventato un bar moderno oppure una galleria d'arte. Via Castaldi è un mondo multietnico affascinante dove convivono la pasticceria rigorosamente italiana, ristoranti africani e indiani, rosticcerie pakistane, bar trendy con happy hour frequentatissimi, botteghe artigianali di gioielli etnici costosissimi, negozi di complementi di arredamento estremamente fantasiosi, botteghe e drogherie indiane e pakistane, negozi cinesi di scarpe e borsette, parrucchiere e manicure africane. E' in questo meltin' pot di colori, profumi e musiche che siamo stati attirati dalla vetrina chiaramente nuova, rossa e nera, piena di luce, attraverso la quale si vedeva un bar dal bancone nero e gli sgabelli rossi, e davanti alla vetrina un menù. E mentre cominciavamo a leggere il menu un signore gentile che stava fumando lì vicino ci invita a entrare sorridente, il proprietario. Unica portatrice sana di occhiali da presbite, comincio a leggere il menù e, stupore e meraviglia, trovo piatti della tradizione salentina. Guardo i miei compagni di avventura e come un sol uomo decidiamo di entrare. Bene, si scende in quelle che erano le cantine sottostanti il negozio, il locale è piuttosto piccolo, al piano strada c'è il bar e in quello che era il negozio a fianco si intravede la cucina, sotto c'è una sala non grandissima, a elle, sotto le volte di mattoni, arredata in rosso e nero, molto minimale ma accogliente, luci soffuse e buona musica easy listening non invadente. Due giovani cameriere molto carine ci accolgono con un bel sorriso e ci fanno scegliere il tavolo, ancora non c'è moltissima gente. Ci portano i menù e ci offrono un aperitivo, che purtroppo io non bevo perchè astemia, insieme a delle fantastiche olive, verdi e nere. Il menù offre il meglio della cucina salentina, compresa la purea di fave con la cicoria. Mentre gli amici optano per la carne con le patate alla brace, io mi lancio sullo show case salentino, pensando ad una serie di assaggini di antipasti di terra, e aggiungo i pomodori arracanati alla brace. Arrivano le portate: ogni piatto è praticamente un intero pasto! La carne è accompagnata da patate al forno e rucola, e a parte vengono portate le patate rosse alla brace, il mio show case è un tripudio: quattro quadratini di pitta di patate con il pomodoro, una ciotolina con le piccole olive nere del salento, un'altra ciotola con le olive verdi farcite con la mandorla, pomodori secchi e lampascioni sott'olio, piccolissimi fagottini di pasta fritta ripieni di scamorza da immergere in una ciotolina con aceto balsamico e miele e a parte una scodella con il macco e le cicorie, poi il piatto con i pomodorini arracanati. La quantità di cibo era tale che tutti abbiamo potuto assaggiare e gustare le varie portate. Le cameriere e lo stesso chef più volte sono venuti ad accertarsi che tutto procedesse per il meglio e lo chef in persona è venuto ad illustrarci e consigliarci i dolci. Ne abbiamo scelti due, uno al cioccolato con salsa di maracujà e, secondo me molto più gradevole, il latte di mandorla in piedi con il miele di rosmarino.
Perfetti i tempi del servizio, nonostante il locale si sia riempito nel giro di poco tempo.
Costi entro lo standard di Milano, appena al di sotto dei 30€.
Ultima nota: i bagni molto semplici ma curatissimi e perfetti. 4 stelle!
Dimenticavo: cibboi? significa: che vuoi?

venerdì, novembre 14, 2008

Casalinghitudine


A casa per qualche giorno, per avere un po' di pausa.
Quando voglio sfuggire all'ansia, o devo meditare profondamente su qualcosa, non trovo niente di meglio che cucinare. Così in questi giorni non ho fatto altro che stare in cucina, con furia, passione, come fossi attraversata da un vortice di vento. Ho pulito verdure, grattugiato formaggi, sbattuto uova, affettato prosciutto, preparato sughi e torte salate, rispolverato vecchie ricette di famiglia, provato ricette nuove. Insomma, un turbine incontenibile e creativo per sedare l'ansia. A questo si aggiunga che si è rotta la lavapiatti, per cui ogni volta seguiva una pulizia a fondo di utensili e cucina, con furia, quasi con violenza, per calmare cuore e pensieri.
Cucinare per me è un atto creativo liberatorio, forse perchè soprattutto adesso cucino realmente molto poco, essendo via per la maggior parte della giornata, e la sera di solito preferisco cose poco elaborate, magari una zuppa di verdure o di legumi o le classiche due uova in insalata. Invece, in questi giorni, per la gioia di tutta la famiglia, ho cucinato, cucinato e ancora cucinato.
Credo di essere stata preda dello stesso impulso creativo che prende un artista, poeta, pittore, scultore, musicista, quando si lascia andare all'azione della musa ispiratrice.
Sarò stata presa dallo spirito di Pellegrino Artusi?

martedì, novembre 11, 2008

11 novembre


S. Martino
La nebbia agli irti colli
Piovigginando sale,
E sotto il maestrale
Urla e biancheggia il mar;

Ma per le vie del borgo
Dal ribollir de’ tini
Va l’aspro odor de i vini
L’anime a rallegrar.

Gira su’ ceppi accesi
Lo spiedo scoppiettando:
Sta il cacciator fischiando
Su l’uscio a rimirar

Tra le rossastre nubi
Stormi d’uccelli neri,
Com’ esuli pensieri,
Nel vespero migrar.

sabato, novembre 08, 2008

Orgoglio materno!


Al di là dell'evidente bellezza dei miei figli (ogni scarrafone...), la botta di orgoglio è stata un paio di giorni fa quando, rientrata dal lavoro, sono stata accolta da un meraviglioso profumo di ragù, proprio come quello che faceva la mia mamma.
Il figlio più grande (quello che sembra un talebano) e la figlia più piccola si sono dati una mano e hanno rispolverato la ricetta di famiglia del famoso ragù alla bolognese, producendo un qualcosa di sublime, decisamente molto migliore di quello che posso fare io.
Che dire? penso che cederò molto volentieri le armi!

Neve

Berlino

Porretta Soul Festival 2007

Porretta Terme

Castel di Casio

I giardini del Casoncello

L'eremo