mercoledì, settembre 29, 2010

Napul'è...

Napoli ci accoglie sempre un po' sgaruppata e sotto una fitta e calda pioggia che si esaurisce in pochi minuti. C'è una luminosità nell'aria, nonostante la pioggia, che ancora appartiene all'estate. Ed ecco il traffico caotico, rumoroso ma anche paziente: la gente, e anche noi, attraversiamo senza curarci dei semafori o se siamo o meno sulle strisce e nessuno suona il clacson o lancia invettive, semplicemente rallentano, ti lasciano passare e poi ripartono. Passeggiamo lungo i vicoli del Decumano e restiamo incantati ancora una volta dalla bellezza delle facciate dei palazzi e delle chiese barocche nonostante gli intonaci sgretolati, le erbacce che crescono ovunque e lo smog che forma una patina nera su ogni fregio, su ogni ricciolo. Ci fermiamo per un po' in quell'isola felice che e' piazza Bellini ad ascoltare un pianoforte e le voci di un soprano e di un tenore che escono dalle finestre aperte del conservatorio. E' bella Napoli, ci stupisce ogni volta nonostante tutto.



domenica, settembre 19, 2010

Kitchen

L'ho letto tantissimi anni fa, e mi piacque moltissimo. Lo lesse anche Lucia e si appassionò ai libri di Yoshimoto. Era uno dei sottili fili che ci legavano. E la cucina era l'altro. Tanti pomeriggi, serate a cucinare insieme, pensare ai menù per i giorni di festa ma anche alle cene cucinate in fretta all'ultimo momento.
La cucina è davvero il luogo degli affetti, che passano attraverso la preparazione del cibo, e poi attraverso la sua degustazione: sapori e profumi di casa. E ieri ho cercato di recuperare le abitudini di prima con Filippo ed Edoardo. Abbiamo cucinato insieme, mi hanno aiutata a preparare la cena, e lì, mentre sbucciavamo patate, affettavamo pancetta e grattugiavamo il formaggio, sono ricominciate quelle chiacchiere tra madre e figli, i racconti sugli amici, sullo studio, i progetti di un viaggio con i compagni dell'università.
E abbiamo riso degli scherzi che ci facevamo, con leggerezza e allegria. Abbiamo progettato il pranzo di oggi, e dentro quel progettare c'era il ricominciare a vivere della nostra famiglia, che si era persa per un po'.
Ora non resta che tornare a casa, alla nostra casa rinnovata, speriamo presto: ci manca la nostra cucina!
A proposito, ieri sera abbiamo preparato il tortino di patate e pancetta.

venerdì, settembre 17, 2010

Caos calmo

Un lutto, una improvvisa mancanza. E l'incapacità o l'impossibilità di esprimere il proprio dolore. E allora si resta lì, seduti su una panchina, ad aspettare, mentre la vita ti gira intorno e cerca di trascinarti di nuovo via con sè. E invece resti lì, quasi indifferente, o forse all'improvviso tutto ti diventa più chiaro, capisci finalmente quali sono le tue priorità, le cose a cui tieni davvero e allora tutto il resto ti diventa indifferente. impari a scegliere per te stesso e per le persone che ami realmente, solo per loro, e all'improvviso respiri e finalmente puoi andartene da quella panchina, finalmente sentendoti anche in diritto di essere, a volte, triste.


sabato, settembre 04, 2010

La vecchina dei fiori


Il 30 agosto se n'è andata per sempre. Era un personaggio caratteristico a Bologna, come Settecappotti o come Beppe Maniglia. Girava per il centro con un cesto di fiori rigorosamente di stagione, e con gli abiti e il cappello assortiti con i fiori che vendeva. Io la ricordo ancora abbastanza giovane e i fiori erano sempre freschi, ma poi con il passare degli anni quei fiori li aveva sostituiti con quelli finti, di stoffa.
Noi la conoscevamo bene, la incontravamo tutte le volte che andavamo a pranzo al Pappagallo. Lei entrava per vendere i suoi fiori, ma se c'era poca gente Ezio, il proprietario del ristorante, le faceva preparare un tavolo e le offriva il pranzo. Lucia la prima volta che la vide spalancò tanto di occhi e non le tolse gli occhi di dosso fino a che la vecchina non si avvicinò chiedendole se le piacevano i suoi fiori. Lucia era così emozionata che si limitò a fare sì con la testa, incapace di dire una parola. Allora la vecchina le chiese se le piaceva anche il suo vestito e Lucia annuì di nuovo: era una persona così straordinariamente lontana dalle persone che lei, bimba di 4 anni, conosceva, così esotica da continuare a guardarla incantata a bocca aperta. La signora le volle regalare un mazzolino di violette, che a lungo sono rimaste in un vasetto sulla mensola sopra il letto di Lucia.
Altre volte l'abbiamo incontrata, e ogni volta le abbiamo comprato un mazzolino di fiori, anche se oramai quell'incanto da favola era finito. Ma per Lucia è sempre rimasta davvero la Fatina dei fiori.

venerdì, settembre 03, 2010

Ciclamini

Questa mattina non c'erano, ed eccoli lì, all'improvviso, perfetti, dolcissimi, deliziosi, profumati.
Segno della stagione che lentamente cambia, nonostante ancora le giornate siano piene di sole, calde, piacevoli. Ma la luce è già diversa, non è più così forte, è più dolce.
La fine dell'estate è la mia stagione. Sono nata all'inizio di settembre e ne conosco il segreto profumo, la luce che comincia a diventare obliqua, le giornate limpide e calme ma già piene di aspettative per il prossimo autunno, per il prossimo inverno.

Neve

Berlino

Porretta Soul Festival 2007

Porretta Terme

Castel di Casio

I giardini del Casoncello

L'eremo