domenica, maggio 15, 2011

Chi non vota sceglie di non curarsene


Non c'è niente da fare, ogni volta che ci sono le elezioni, mi viene in mente lui, Giorgio Gaber, e tutta la sua ironia, e mi fa ricordare ogni volta  la prima volta che ho votato. Che emozione grande! Significava essere finalmente adulta e poter scegliere con la mia testa e non con quella dei miei genitori. Un'emozione, un senso di vertigine e di libertà che mi apriva il cuore e la faccia in un largo sorriso di soddisfazione. Mi ricordo Gaber al teatro Duse di Bologna e le risate che mi feci, perchè cantava esattamente quello che ogni volta riprovavo e vedevo intorno a me!
 Ed è vero che c'era il sole, e tante altre volte c'è stato il sole, e quel ritrovarsi con tanti conoscenti davanti alla scuola che è stata la mia scuola elementare, e poi anche quella dei miei figli. E come canta lui, era tutto un salutarsi, una gentilezza che neanche a Natale!
Ho fatto la scrutatrice per diversi anni.  Mi dava un senso di partecipazione attiva, di responsabilità civile. L'ho fatto in una scuola in un quartiere popolare di Bologna, un quartiere di operai che venivano a votare veramente fieri dell'importanza del voto, sicuri di partecipare, con quel voto, alla costruzione del Paese, della democrazia.  Ci sono Paesi in cui non è possibile votare, in cui c'è una dittatura feroce che opprime, per questo vado a votare, sempre, perchè anche se la mia è una goccia nel mare, resta pur sempre quella piccola goccia che forse può fare la differenza, ed è un modo, pacifico e democratico, di far sentire la mia voce, cosa che altrove è impedito.
Quindi andiamo a votare!
Si vota oggi, e anche domani!

1 commento:

cecio ha detto...

api> Ci sono Paesi in cui non è possibile votare, in cui c'è una dittatura feroce che opprime, per questo vado a votare, sempre, perchè anche se la mia è una goccia nel mare, resta pur sempre quella piccola goccia che forse può fare la differenza, ed è un modo, pacifico e democratico, di far sentire la mia voce, cosa che altrove è impedito.

C'è un Paese, il mio, in cui quando si vota si chiede ai cittadini di dire come la pensano.

Ricordare chi non ha questa possibilità è doveroso; ma per me intanto è doveroso rispondere "presente" quando mi si chiede di esprimere il mio pensiero.
Quale che esso sia: la democrazia vive ogni giorno di gesti concreti. Di ciascuno di noi.

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